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      E tacendo dicea (com'a me parve):
      Chi m'allontana il mio fedele amico?
     
      La impazienza di riveder Laura esagerò alla sua fantasia le angustie in cui egli l'aveva lasciata; ma non appena ei fu di ritorno, che di nuovo incontrò la stessa fredda accoglienza, che lo costrinse a gemere, a crucciarsi, a temere il disprezzo del mondo,(17) - per discostarsene poi un'altra volta, e nascondere la umiliazione e le agonie del suo mal corrisposto amore nell'eremo di Valchiusa:
     
      Solo e pensoso i più deserti campiVo misurando a passi tardi e lenti.
      Altro schermo non trovo che mi scampiDal manifesto accorger delle genti.
     
      X. Che sia possibile dar libero corso alla immaginazione, e non adescare la mente in un laberinto di errori e d'affanni, è sentenza assai volte sostenuta coll'esempio del Petrarca e di Laura da chi non per anco ne ha fatto prova in sè stesso, e da chi ha vaghezza di trarre altrui fuori dell'asilo della tranquillità o dell'innocenza, - volendo forse insegnare che la virtù si acquista a prezzo delle più care nostre inclinazioni, - ovvero, come più spesso accade, con tardo ed eterno pentimento.
      La voce nondimeno che Laura non sempre fosse inesorabile, è ugualmente popolare, in ispecial modo appo coloro che sono a un tempo meno favoriti dal bel sesso, e più in apprensione delle sue lusinghe. Tal voce fondasi pur anco in quelle tradizioni romanzesche che poeti e viaggiatori sono corrivi ad accogliere. Gli abitanti di Valchiusa additano l'altura ove sorgeva il castello di Laura, ond'ella poteva conversare con l'amante per segnali.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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