Dopo la canicola, le rupi divengono aride e negre, il bacino ripiglia il suo livello, e la valle ritorna a un profondo silenzio.
XII. La solitudine, che trae le menti passionate a' fantasticare intorno a tutti gli estremi della tristezza e della gioia, non valse ad altro che a vie più agitare i già turbati pensieri del Petrarca. La pittoresca bellezza delle scene e la tranquillità di una vita eremitica ne affascinò gli occhi, elevandone la mente verso il cielo:
Qui non palazzi, non teatro o loggia,
Ma 'n lor vece un abete, un faggio, un pino,
Tra l'erba verde e 'l bel monte vicino -
Levan di terra al ciel nostr'intelletto.
Ma poi soggiugne:
E 'l rosignol, che dolcemente all'ombraTutte le notti si lamenta e piagne,
D'amorosi pensieri il cor m'ingombra.
Uccelli, fiori, fonti, ogni cosa in somma che pareagli fatta da natura ad esser felice, "conversava con lui d'amore:"
L'acque parlan d'amore, e l'ôra, e i rami,
E gli augelletti, e i pesci, e i fiori, e l'erba;
Tutti insieme pregando ch'io sempr'ami.
Sempre ch'egli studiavasi di volgere la intensità de' suoi pensieri a contemplare la reale condizione della propria vita, il dolore diveniva in lui più intenso:
I' vo pensando, e nel pensier m'assaleUna pietà sì forte di me stesso.
Di pensier in pensier, di monte in monteMi guida Amor.
Per alti monti e per selve aspre trovoQualche riposo; ogni abitato loco
È nemico mortal degli occhi miei.
A ciascun passo nasce un pensier novoDella mia donna, che sovente in gioco
Gira il tormento.
Or potrebb'esser vero? or come? or quando?
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Petrarca Amor
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