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      Da prima,
      egli dice, "quando abbandonai Laura, la vidi spesso ne' miei sogni. Era una celeste visione che mi consolava; ora invece mi mette paura. Parmi di udirla dire: ti ricordi tu la sera che, forzata a lasciarti, ti lasciai bagnato di lagrime? Previdi allora - ma non potei - non volli dirti... - ti dico ora, e tu puoi credermi:
     
      Non sperar di vedermi in terra mai.
     
      Due mesi dopo, Laura morì nel suo quadragesimo anno, e il Petrarca scrisse in una copia di Virgilio questa memoria: "Ne' primi giorni di mia gioventù, il 6 d'aprile sul mattino, e nell'anno 1327, Laura ragguardevole per proprie virtù e celebrata ne' miei versi, per la prima volta ferì i miei occhi nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone; e nella stessa città, il 6 dello stesso mese d'aprile, alla stessissima ora del mattino, l'anno 1348, questo splendido lume fu tolto dalla nostra vista, mentre io era in Verona, ahi! ignaro della mia sciagura. Il suo casto e bel corpo fu deposto nella chiesa de' Francescani sulla sera dello stesso giorno. Per conservare l'acerba rimembranza, ho preso l'amaro piacere di farne speciale ricordo in questo libro che sta più spesso innanzi a' miei occhi affinchè nulla in questo mondo possa aver più alcuna attrattiva per me; affinchè, chi mi rendeva la vita sì cara sendosene andata, io possa da assidue meditazioni e da adeguata stima della transitoria nostra esistenza essere ammonito, che egli è ben tempo per me di pensare omai a lasciare questa terrestre Babilonia, il che voglio sperare, mercè forte e maschio coraggio, non mi sarà difficile di compiere.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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