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      E in effetto, contenendone la calda propensione a' diletti del senso, e sublimandone i religiosi principii, un tal provvedere gli tornò utile.(30) Ma egli era pure proclive a morbosa sensibilità; malattia peculiare agli uomini di genio, e che, dove sia amareggiata da lunghe sciagure e pertinaci passioni, non fallisce mai di degenerare in disperata consunzione di mente.
      XVII. Tollerò per anni ventuno la sciagura di adorare a un tempo e d'avere in sospetto l'umana creatura ch'egli stimava sola valevole a renderlo felice; perplessità che riduce ad angosce mortali, ed umilia a' propri occhi ogni uomo il quale sia
     
      D'alta, amorosa indole costante. - Otello.
     
      Perchè tali appunto sono le umane tempre che natura condannò a passioni violenti; dove rarissimi, anche fra cotestoro, ne ricevettero in compenso la fortitudine di farsi tanto severi alle proprie più profonde affezioni, da sradicare a qualsiasi costo quell'ulcera che gli uomini in generale altro non fanno che nodrire ed allevare co' temporeggianti rimedi che vi adoperano. Sembra che il Petrarca si compiacesse negli sforzi di coraggio, e nel reggere a lunga guerra con le speranze e co' timori propri, e che mai non gustasse il piacere di una mente che, sprezzati gli adescamenti della speranza e sdegnata la commiserazione degli uomini, misura tutta l'ampiezza del suo dolore, e lo sostiene, non si lasciando svolgere dalla fluttuazione de' dubbi e delle illusioni. Egli sentì anzi ognora una sorta di necessità di conciliarsi per ogni maniera la simpatia dell'universo; e il meschino che trova conforto in sì fatta vanità è intieramente inetto a consolare sè stesso.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





Petrarca