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      (35) - Il Petrarca era nato per creare con ansietà, e per disperdere ne' momenti di sconforto le illusioni necessarie al suo riposo: così fu spesso in procinto di annientare per fino le poesie liriche da lui indirizzate a Laura.(36) Neppure ne fa menzione nella sua Lettera alla Posterità, quantunque, se non era per queste medesime poesie, gli altri meriti letterari del grand'uomo non sarebbersi ricordati con tanta gratitudine. Cogl'intimi amici si mostra vergognoso di avere adoperato l'ingegno a sollazzo di canterini di frottole e di amanti, lagnandosi che i suoi versi fossero stati troppo largamente sparsi ond'essere ritirati; e dolendosi che talvolta gli fossero stati travisati in parte, e tal altra attribuitigliene di quelli che non erano suoi, e che i cantanti di mestiero faceansi pure gran merito di aver raccolti.(37) Presenta egli a' leggitori la scusa medesima nel primo sonetto della raccolta,(38) che si risolvette di preparare in vecchiaia, rifiutando le composizioni apocrife, e quelle da lui giudicate indegne di sè.(39)
      II. Il piacere di rivivere nella sua gioventù, d'incontrar Laura ad ogni verso, di riandare la storia del proprio cuore, e forse la coscienza, che alla fin fine di rado svia gli autori rispetto alle migliori opere loro, indusse il poeta omai vecchio a dare tal perfezione a' suoi versi d'amore, che non fu mai raggiunta da verun altro scrittore italiano, e ch'ei credeva "non potersi recare più oltre neppure da lui stesso."(40) Se non si conservassero tuttora i manoscritti, sarebbe impossibile immaginare o credere le indefesse fatiche da lui sostenute nella emendazione de' suoi versi.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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