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      IV. Per tal modo ne si fa chiaro il perfetto accordo che regna nella poesia del Petrarca tra natura ed arte; tra l'accuratezza di fatto e la magia d'invenzione, tra profondità e perspicuità, tra passione divorante e pacata meditazione. In tre o quattro versi italiani egli spesso condensa la descrizione, e concentra il fuoco che riempie una pagina delle sue elegie e lettere latine. Nonostante i profusi ornamenti dello stile o la spirituale elevatezza de' pensieri, la poesia del Petrarca non par mai fattizia o fredda, appunto perchè sgorgò dal cuore. Nel muovere degli occhi di Laura scorge egli un lume che accenna alla via del cielo:
     
      Gentil mia Donna, i' veggioNel mover de' vostr'occhi un dolce lume,
      Che mi mostra la via ch'al Ciel conduce.
     
      Egli esclama; "che l'atmosfera si fa sorridente, luminosa e serena all'appressarsi di lei:"
     
      E 'l ciel di vaghe e lucide favilleS'accende intorno, e 'n vista si rallegra
      D'esser fatto seren da sì begli occhi.
     
      Che l' aere respirato intorno ad essa è sì purificato dal celeste raggiare del suo aspetto, che, mentre gli occhi suoi si affisano in lei, ogni brama sensuale è spenta:
     
      L'aere percosso da' lor dolci raiS'infiamma d'onestate;
     
      Basso desir non è ch'ivi si senta,
      Ma d'onor, di virtute. Or quando maiFu per somma beltà vil voglia spenta?
     
      Eppure è sempre naturale. Pochi amanti per verità avrebbero potuto concepire tali idee; e non pertanto il fuoco e la facilità onde vengono espresse, le rendono immediatamente familiari alla immaginazione di quasi ogni lettore.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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