Nell'arte di formare, mediante metafore, nuove ed evidenti imagini, vuoi delle più semplici, vuoi delle più astratte idee, il Petrarca è non men felice che originale. Ad esprimere il pensiero comune, che le sue poesie e la beltà di Laura sarebbero state ricordate dopo la morte loro, ei dice:
Ch'i' veggio nel pensier, dolce mio foco,
Fredda una lingua, e due begli occhi chiusiRimaner dopo noi pien di faville.
E fu imitato in questo luogo da un poeta inglese, il quale accoppia in sommo grado severità di gusto con ardire di espressione:
Ev' n in our ashes live their wonted fires.
Gray.
V. Se il Petrarca non avesse abusato senza modo delle antitesi, troppo di frequente ripetute le iperboli, troppo spesso paragonata Laura al Sole; i numerosi plagiarii di lui, che però non seppero mai imitarne le bellezze, non sarebbero stati cotanto insigni pe' loro vizi; e a Salvator Rosa sarebbe mancata cagione di dolersi nelle Satire, che
Le metafore il Sole han consumato.
Il gioco sopra le parole Lauro e Laura, e i concetti somministrati dalla trasformazione di Dafne amata da Apollo nel lauro immortale, ammiransi tuttora da alcuni forestieri,(42) per l'autorità di uno de' più celebri critici d'Italia,(43) il quale peraltro compiacevasi dell'Italia Liberata del Trissino, nè volle mai concedere la Gerusalemme del Tasso essere opera da poeta. Io per me non senza qualche pietà guardo a un grande ingegno, che di mente al sommo dilicata e ardente, di giudizio tanto difficile e di gusto sì raffinato, di calda imaginativa e di cuore passionato, potè condiscendere, a trastullo di Laura e de' suoi lettori, a sì fredde affettazioni.
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