Se non che anche il Petrarca fu tenuto a scontare il misero debito di quasi tutti gli scrittori col piegare il proprio sentire a quello de' contemporanei. Innestò ne' suoi versi le agudezas, ternuras y conceptos de' poeti spagnuoli, e fu a ragione tassato di plagio. - "Avemmo anticamente," dice uno storico di Valenza, "un famoso poeta chiamato Mossen Jordi e il Petrarca, nato cent'anni dopo, gli rubò i versi, e li vendè in italiano al mondo come propri, di che potrei convincerlo in molti luoghi; nondimeno starò contento al citarne pochi:"(44)
MOSSEN JORDI.
E non he pau, e no tin quim guerreig;
Vol sobre 'l ciel, et nom' movi de terra;
E no estrench res, e tot lo mon abras;
Oy he de mi, e vull a altri gran be:
Si no es amor, donchs azò que sera?
PETRARCA
Pace non trovo, e non ho da far guerra;
E volo sopra 'l cielo, e giaccio in terra;
E nulla stringo; e tutto 'l mondo abbraccio;
Ed ho in odio me stesso, ed amo altrui;
S'amor non è, che dunque è quel ch'i' sento?
Se il Petrarca si giovasse o no d'altre opere spagnuole, non mi è dato decidere.(45) Qua e là insertò vari concetti tolti manifestamente dai Provenzali; e, quantunque spesso li migliorasse, spiacciono appunto perchè non armonizzano col tenore solenne, profondo e passionato del suo stile. Il seguente sonetto, in cui il Petrarca, se non tolse i pensieri, imitò gli amorosi lamenti de' francesi Trovatori, può dare non imperfetta idea della loro poesia amatoria. È un mosaico d'antitesi: i canti e gli affetti loro, agghiacciati da epigrammatico raffinamento, mostrano com'essi non fossero nè poeti inspirati, nè caldi amatori:
| |
Petrarca Valenza Mossen Jordi Petrarca Petrarca Provenzali Petrarca Trovatori
|