Ovid.
A cu' io dissi: tu sola mi piaci.
Orazio, col trasporre di poche parole, tramutņ la reale passione di Saffo in mera gaiezza e galanteria:
Dulce ridentem Lalagen amabo,
Dulce loquentem.
Il Petrarca, tuttochč appena leggesse greco, e i frammenti di Saffo non fossero conosciuti per ancora, raccese il fuoco e il calore che Orazio aveva spento, e coll'aggiungere il sospiro al sorriso e alla voce dell'amata, mostrņ come anche la greca poetessa avesse lasciato la pittura imperfetta:
Per divina bellezza indarno miraChi gli occhi di costei giammai non vide...
Chi non sa come dolce ella sospira,
E come dolce parla e dolce ride.
Nč l'amore sensuale de' Romani e de' Greci poteva conciliarsi colla dilicatezza della poesia del Petrarca. Le sue pił belle imitazioni sono tratte dalle sacre carte; nč tali imitazioni credo essere state per anche avvertite da verun critico, sebbene deggia essere ovvio ad ognuno quanto profondamente tutti i suoi pensieri fossero inspirati dalla religione:
E feglisi all'incontraA mezza via, come nemico armato. P. II, Son. 47.
Et veniet tibi, quasi cursor, egestas; et mendicitas, quasi vir armatus. Prov., c. XXIV, v. 34.
E la cetera mia rivolta in pianto. P. II, Son. 24.
Versa est in luctum cithara mea. Job, c. XXX, v. 31.
Qual grazia, qual amore, o qual destinoMi darą penne in guisa di colomba,
Ch'i' mi riposi, e levimi da terra? P. I, Son. 52.
Et dixi: Quis dabit mihi pennas sicut columbę, et volabo, et requiescam? Psalm. LIV, v. 7.
Vergine bella, che di Sol vestita,
Coronata di stelle.
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