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      Ben è vero queste essere illazioni che per noi stessi si hanno a trarre: ma i cuori inetti a coglierle di lancio non meritano che sieno loro suggerite. Allorchè il Petrarca compiace al gusto del secolo, amore e religione danno talvolta calore e un non so che di solenne anche alle antitesi per sè più fredde. Lo spirito di Laura così conforta il suo amante:
     
      Di me non pianger tu; ch'e' miei dì fersi,
      Morendo, eterni; e nell'eterno lume,
      Quando mostrai di chiuder, gli occhi apersi.
     
      Ma dovunque gli avvenga di spiegare astratte idee, o di ravvolgersi per entro a' recessi del cuore, il Petrarca non si trattiene a definire ed amplificare: ma adopera ogni industria dell'arte, acciocchè le sue imagini trapassino, qual fulgido e rapido lampo, per la mente di chi legge. - "So," egli dice, "con quale ansietà inseguiamo colei che ci sfugge; e pure quanta temenza abbiamo di raggiugnerla!" Siccome chiunque abbia amato provò somigliante contrasto in sè stesso, così è di tanto più presto a consentire nell'osservazione che segue, ugualmente giusta, benchè non ovvia ugualmente: "So che un amante può essere tutto assorto ne' pensieri della sua donna, a segno da credersi quasi immedesimato con essa:"
     
      So della mia nemica cercar l'orme,
      E temer di trovarla; e so in qual guisaL'amante nell'amato si trasforme.
     
      IX. A uno scrittore moderno, costretto a tessere poesia più secondo il gusto analitico de' propri tempi, che secondo le poetiche dottrine del Petrarca, non venne fatto di tradurre questo passo, se non con doppio numero di versi.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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