La grande maestria nella poesia di tale lingua che aveva coltivata sì poco, è di quelle arcane maraviglie che il genio opera, non se ne avvedendo egli stesso, a modo che veggiamo talora sementi sparse dal caso in qualche benigno terreno spontaneamente far prova migliore e più lussureggiare, che non avrebbe ottenuto l'arte più industre in suolo meno propizio.
XIV. Lo scopo rilevante dello studio e dell'ambizione del Petrarca fu di dissipare le tenebre, per entro alle quali i secoli di mezzo avevano avvolto la letteratura degli antichi. Ma qual genio e quale ardore potevano esser pari all'ampiezza di tanto assunto? Pur nondimeno riuscì egli per modo nello sgomberare le vie allo studio dell'antichità, che s'acquistò titolo, cui tuttora a buona ragione conserva, di ristoratore delle classiche lettere. "Non avete vergogna," scriveva egli a' Romani, "che le reliquie dell'antica vostra grandezza, risparmiate dalla inondazione dei Barbari, sieno cotidianamente vendute dalla vostra sconsigliata avarizia a' forestieri? e che Roma in nessun altro luogo sia meno conosciuta e meno amata che in Roma?"(58) Nè l'entusiasmo del Petrarca per gli antichi monumenti gl'impedì di descriverli col sentir fino di un critico.(59) Da lui venne il primo esempio di raccogliere medaglie, come scorte più fidate pel laberinto cronologico e genealogico di dinastie scomparse dal mondo. Noi raccogliamo tuttavia il benefizio di que' manuscritti ch'egli andò cercando senza posa per ogni angolo d'Europa;(60) e de' quali moltiplicò le copie, non perdonando a denaro, povero, nè a fatica, vecchio ed infermo; e tanta fu la sua ansietà affinchè riuscissero corrette, che sovente si sottopose egli stesso allo stento servile del copista.
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