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      Queste lettere sono tuttora inedite; e alcune altre stanno in tutte le edizioni confusamente disposte; molte se ne incontrano citate a lunghi brani da vecchi storici. Ei non fu solo testimonio oculare, ma le sue osservazioni, che paiono spesso effetto di súbite ed efficaci impressioni, portano un'impronta di sincerità. Séguita la traduzione di una delle sue lettere al cardinale Colonna, che Angelo di Costanzo inserì nelle sue Storie del Regno di Napoli.
      Orazio, volendo descrivere una gran tempestade, disse che era tempesta poetica; e mi pare che non potea più brevemente esprimere la grandezza di essa; perchè nè il cielo irato nè il mare tempestoso può fare cosa che non l'agguagli e vinca lo stile dei poeti descrivendola... che s'io avrò mai tempo, questa di Napoli sarà materia de' versi miei; benchè non si può dire di Napoli, ma universale per tutto il mare Tirreno e per l'Adriatico: a me pare chiamarla napolitana, perchè contra mia voglia mi ha ritrovato in Napoli; però se io per l'angustia del tempo (volendo partirsi il messo) non posso scriverla a pieno, persuadetevi questo, che la più orribil cosa non fu vista mai. Questo flagello di Dio era stato predetto molti giorni avanti dal vescovo di un'isoletta qui vicina per ragione di astrologia: ma come suol essere che mai gli astrologi non penetrano in tutto il vero, avea predetto solo un terremoto grandissimo ai venticinque di novembre, per il quale avea da cader tutta Napoli, ed avea acquistato tanta fede, che la maggior parte del popolo, lasciato ogni altro pensiero, attendea solo a cercare a Dio misericordia de' peccati commessi, come certo d'avere da morire di prossimo; dall'altra parte molti si ridevano di questo vaticinio, dicendo la poca fede che si dèe avere agli astrologi, e massime essendo stati alcuni dì avanti certi terremoti.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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