Allora, per attirare maggior copia di forestieri, i cittadini proposero di fondarvi una università sotto la sua direzione.(93) Ma il Petrarca li colmò di ringraziamenti e di lodi in una lunga lettera ch'ei scrisse da Padova, e tornò prestamente a Valchiusa. L'attaccamento ereditario alla parte ghibellina gl'inspirò più rispetto pe' militari dittatori della città di Lombardia. La venerazione, che, ad udirli, essi nodrivano inverso il Petrarca, e fors'anche il terrore di loro cruente vendette, lo tentarono a dare adulazione per adulazione. Eglino spontaneamente gli procacciarono ecclesiastici beneficii ne' loro dominii, e lo ricercavano di parere in politici negozi: ed egli si riputava capace di poterlo porgere. Ma l'animo suo non era valido a reggersi saldo nel suo centro, e sospinto per subitanei impulsi dall'uno all'altro estremo, strappavasi, come da abissi di vitupero e di pericoli, da quegli stessi palagi, ove pur dianzi era entrato con la speranza di ricondurvi giustizia. Sempre che spuntasse il più leggero barlume o il menomo destro di rimettere in Roma la sede dell'impero d'occidente, gl'interessi di tutti i principi cedevano tosto a questo illusorio disegno, ch'egli accarezzò fino all'ultimo fiato. Scrivendo agli amici, a' papi e cardinali, agl'imperatori e alle genti d'Italia sopra tale argomento, l'anima generosa del Petrarca dilatasi in magnanimi sensi e dà i più be' saggi di un genio, che, sebbene piegato da amore alla poesia, diresti più specialmente creato da natura alla grandiloquenza di sommo oratore.
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