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      (131) - Così non ho luogo nè dove rimanermi, nè dove andare. Sono stracco di vivere, e, qualunque strada io prenda, la trovo sparsa di selci e di spine. Il porto ch'io cerco, sulla terra da vero non si dà. Oh! fosse arrivato il punto di andarmene in traccia di mondo ben diverso da questo, dove mi sento tanto infelice! - infelice forse per colpa mia; forse per colpa degli uomini; o fors'anche colpa solo del secolo nel quale fui sortito a vivere. E può darsi ancora non sia colpa d'alcuno; tuttavia sono infelice."(132) Ad ogni sospetto di turbolenze, di guerra, o di morbo epidemico, si sforza di giustificare il mutar che faceva di stanza. - "Non già per fuggir morte vado io così errando sopra la terra, ma per cercarvi, se v'ha, angolo ove possa trovar requie."(133) Dall'avversione alla medicina, ch'ei deride con meno apatia che non fa Montaigne, e con più scarsa vena di sali che non fa Molière, ma con animo più concitato e più pienamente convinto d'entrambi,(134) si fa chiaro non aver lui avuto pusillanime attaccamento alla vita. Ma quand'ei querelavasi di non poter morire in pace, perchè gli uomini correvangli dietro, avrebbe dovuto sapere, che il lasciare d'ora in ora un paese, e d'ora in ora tornarvi, non è miglior modo di frenare la curiosità, e che un autore può solo sperare di viver tranquillo allorchè nulla degli altri dice, e pochissimo di sè.
     
      Cercato ho sempre solitaria vita
      (Le rive il sanno e le campagne e i boschi)
      Per fuggir quest'ingegni sordi e loschi,
      Che la strada del Ciel hanno smarrita.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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