Una semplice idea, un idioma volgare piglia diverso colore e spirito diverso dalla loro penna. Il conflitto di propositi contrarii suona nel cuore del Petrarca, e tenzona nel cervello di Dante.
Nè sì nè no nel cor mi sona intero - Petrarca.
Che 'l no e 'l sì nel capo mi tenzona - Dante.
At war 'twixt will and will not - Shakespeare.
Il Tasso espresse il concetto medesimo con quella dignità, da cui mai non si diparte:
In gran tempesta di pensieri ondeggia.
Pure non solo palesa questo una imitazione del virgiliano magno curarum fluctuat æstu; ma, col paventare la forza dell'idioma sì e no, il Tasso perde, come spesso gli accade, il grazioso effetto prodotto dal nobilitar una frase volgare; - artifizio però che nella pastorale dell'Aminta usò felicissimamente. L'idea dell'epico stile fu in lui sì raffinata, che, mentr'egli teneva Dante "qual maggior poeta d'Italia," sovente affermò, "che se non avesse trascurato dignità ed eleganza, sarebbe stato il primo del mondo." - Dante, non v'ha dubbio, diè anche talora commiato al decoro e alla perspicuità; ma sempre per crescere fedeltà alle pitture, o profondità alle riflessioni. Dice a sè:
Parla, e sii breve e arguto.
Dice al lettore:
Or ti riman, lettor, sopra 'l tuo banco,
Dietro pensando a ciò che si preliba,
S'esser vuoi lieto assai prima che stanco.
Messo t'ho innanzi: omai per te ti ciba.
IV. Quanto è al loro verseggiare, il Petrarca conseguì il fine essenziale dell'erotica poesia; che sta nel muovere un'onda costante d'armoniosi concenti inspirati dalla più dolce delle umane passioni.
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