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      VIII. Il Petrarca affoga spesso la realtà in tanto lusso di decorazioni ideali, che mentre ci affisiamo nelle sue imagini, le ci scompaiono
     
      D'aurea luce in un pelago nascose.(153)
     
      E il poeta che ci sovviene di questo verso, osserva giustamente - "che il vero sentir fino è eccellente economo, e si piace in produrre effetti grandi con piccoli mezzi." Dante trasceglie bellezze qua e là disperse per ogni lato della natura creata, e le incorpora in singolo soggetto. Gli artisti che nell'Apollo di Belvedere e nella Venere de' Medici compendiarono le beltà varie notate in diversi individui, produssero forme umane a rigore, spiranti però cotal perfezione da non si scontrare in terra: tuttavia contemplandole, senza che ce ne avvediamo siam tratti a credere all'illusione, che la schiatta nostra possa andar lieta di sì celeste bellezza.
     
      Stiamo, Amor, a veder la gloria nostra,
      Cose sopra natura, altere e nove:
      Vedi ben quanta in lei dolcezza piove;
      Vedi lume che 'l Cielo in terra mostra.
      Vedi quant'arte dora e 'mperla e 'nnostraL'abito eletto e mai non visto altrove;
      Che dolcemente i piedi e gli occhi movePer questa di bei colli ombrosa chiostra.
      L'erbetta verde e i fior di color mille,
      Sparsi sotto quell'elce antiqua e negra,
      Pregan pur che 'l bel piè li prema o tocchi.
     
      E 'l ciel di vaghe e lucide favilleS'accende intorno, e 'n vista si rallegra
      D'esser fatto seren da sì begli occhi.
     
      Questa descrizione ne invoglia d'incontrare al mondo donna somigliante; ma ammirando il beato poeta e invidiandogli i suoi trasporti amorosi, non si può non accorgerci, che i fiori "vaghi d'essere calcati dal bel piede," il cielo "che si rabbella della sua presenza," l'atmosfera "che nuovo splendore impronta dagli occhi suoi," sono mere visioni che ne tentano d'avventurarci con lui dietro a non conseguibile chimera.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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