E i naviganti in qualche chiusa valleGettan le membra, poi che 'l Sol s'asconde,
Sul duro legno e sotto l'aspre gonne.
Ma io, perchè s'attuffi in mezzo l' onde,
E lassi Spagna dietro alle sue spalle,
E Granata e Marocco e le Colonne:
E gli uomini e le donneE 'l mondo e gli animali
Acquetino i lor mali,
Fine non pongo al mio ostinato affanno;
E duolmi ch'ogni giorno arroge al danno;
Ch'i' son già, pur crescendo in questa voglia,
Ben presso al decim'anno;
Nè posso indovinar chi me ne scioglia.
Quindi la poesia del Petrarca ci avviluppa in oziosa melanconia, nelle più molli e dolci visioni, nell'errore di abbandonarci in balìa delle affezioni altrui, e ci trae a correre vanamente dietro a perfetta felicità, finchè c'immergiamo a chius'occhi in quella disperazione che succede,
Quando, percossa da terror, s'involaDal tuo volto la speme, e la gigante
Doglia ne ingombra il vôto orrendo sola.
Inoltre pochissimi sono coloro cui tal sorte incolga, verso i molti più che da lettura sentimentale unicamente imparano come operare con più sicuro effetto nelle menti passionatc, o come stendere più fitto manto d'ipocrisia sopra il vizio. La turba de' petrarchisti in Italia può imputarsi all'esempio di que' prelati e dotti uomini, i quali, a giustificare il commercio loro con l'altro sesso, presero in prestito il linguaggio dell'amore platonico dal loro modello; che pure è mirabilmente accomodato a un collegio di gesuiti, poichè inspira divozione, misticismo e ritiro, e snerva le menti giovenili. Ma dacchè alle ultime rivoluzioni, suscitatrici d'altre passioni, altro sistema d'educazione rispondeva, la schiera de' petrarchisti fu presto veduta assottigliarsi, mentre i seguaci di Dante pubblicavano poemi più atti a far sorgere lo spirito pubblico in Italia.
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