Le vicissitudini della fama di questo filosofo dovrebbero somministrare utili lezioni a que' tanti, i quali colla loro fantasia si odono ricevere dalla posterità fra gli applausi, e che, pur sapendo com'ei son destinati a una vita limitatissima, aspirano a una gloria infinita. Aristotile fu uno di que' potenti intelletti che la natura non mostra alla terra se non a lunghi intervalli; ed i suoi scritti esercitarono sovra tutti gl'intelletti d'Europa per molti secoli una preponderanza che non fu mai agguagliata dagli scritti di molti filosofi riuniti.
Ma era uomo, e non poteva non errare; scrisse molto, e avendo trattato quasi di tutte le parti dell'umano sapere, i suoi errori non potevano non moltiplicarsi. Per una delle tante inesplicabili disposizioni della fortuna i suoi libri furono negletti, sepolti, corrosi in un sotterraneo d'Egitto e distrutti quasi per sempre, nondimeno furono quasi i soli libri che, dopo la decadenza di Grecia e di Roma, rimasero come unico testo e lume infallibile nel corso de' secoli della barbarie che invase l'Europa. Nel medio evo gli errori d'Aristotile furono accolti come verità, ed ei venerato come infallibile. A questa popolarità nelle scuole contribuì l'oscurità de' suoi scritti, e la severità del suo metodo. In fatti, per mezzo della sua oscurità i maestri potevano insegnare quello ch'ei stessi non intendevano, e spesso inculcare sotto l'autorità d'Aristotile le loro proprie arbitrarie interpretazioni e dottrine: e nel tempo stesso l'applicazione del suo metodo dava ad essi il mezzo e l'opportunità di assoggettare ad una superstiziosa servitù gl'intelletti de' loro discepoli.
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