Or per me stimo non potersi mai volgere l'intelletto degli uomini verso le cose meno incerte, e per continuo esperimento giovevoli alla loro vita, prima di correggere le cose dannose del loro cuore, e di distruggere le false opinioni; il che non può farsi se non eccitando col sentimento del piacere e del dolore nuove passioni, e, con la speranza dell'utilità, secondando di più utili sogni la lor fantasia. Come mai dunque lo scopo morale starà disgiunto dalla poesia?
Bensì questa distinzione d'illuminare e di dilettare fu a principio pretesto di dotti che non sapeano rendere amabile la parola, e di poeti che non sapeano pensare. La filosofia morale e politica ha rinunziato la sua preponderanza su la prosperità degli Stati da che, abbandonando l'assistenza delle arti d'immaginazione, si smarrì nella metafisica e ne' calcoli; e la poesia ha perduta la sua virtù e la sua dignità da che fu manomessa dai critici di professione. Sciagurati! Si professarono architetti di un'arte senza posseder la materia; fantasticarono limiti alle forze intellettuali dell'uomo; s'eressero dittatori de' grandi ingegni; adularono i mediocri che consentirono a commercio di lodi per ingannare il mondo a loro favore: l'ozio, la vanità, la venalità accrebbero la moltitudine de' poeti ignoranti senza immaginazione, e de' critici senza filosofia. Invano la natura esclamava: io non ti elessi al ministero di ammaestrare i tuoi concittadini. L'arte lusingava, insegnando a non errare, perchè giudicava gli scritti derivati dalle passioni degli altri; ma l'arte non parlò più alle passioni perchè non le sentiva.
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