- La filosofia, e quella specialmente che si chiama analitica perchè procede da divisioni e suddivisioni di parti, malgrado il suo metodo evidentissimo in apparenza ed esatto, s'inganna e conduce in inganno, appunto perchè guarda partitamente ciò che forma uno per sè stesso inseparabile, di modo che appena diviso nelle sue parti perde il suo tutto. Così nei ragionamenti morali de' filosofi divide anima e corpo: ma chi vide mai anima quando non è unita al corpo? chi vide vivere il corpo senza l'anima? Divideteli per ipotesi: e come mai coglierete esattissimi i punti di tal divisione? e quali sono gli attributi di una metà che fugge all'analisi, e quelli dell'altra che disgiunta perde ogni vita? Quindi le tenebre metafisiche e le battaglie da ciechi, appunto perchè non consideriamo le cose in quell'unico stato in cui la natura le riproduce, perchè facciamo astrazioni che stanno nel nostro cervello, il quale, senza conoscere perchè e come pensi, crede ad ogni modo di pensar bene: così si perde anche la cognizione e l'uso di quelle poche verità che l'esperienza continua de' fatti potrebbe sempre somministrare. Le stesse fallacie, errori, controversie e sistemi ideali che l'artificiale divisione di cose naturalmente indivisibili produce nelle speculazioni fisiche della politica. e nella morale, sono appunto le stesse fallacie, gli stessi errori, le medesime controversie e gli stessi sistemi riprodotti dalla divisione che sempre s'è fatta, e non dappertutto, ma certamente in Italia, di lingua e di pensieri: e la solenne sentenza che i nostri critici pronunciarono da più secoli su i libri divide sempre scrupolosamente il merito d'un autore, come pensatore e come scrittore; onde gior
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