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      - Vero è che molte sono state introdotte dalla Francia, ma per qualunque via sianvi approdate, non sono meno latinismi; e per quanto altri sia di parere diverso, io fermamente credo che la più parte, e segnatamente i verbi, sieno state introdotte in Inghilterra nel medio evo dalle colonie militari romane. Così i nomi grace, elegance, che non hanno cambiato quasi ortografia e appena si sono alterati nella pronunzia, gratia, elegantia in latino; grazia, eleganza in italiano; grace, élégance in francese; grace, elegance in inglese, sono d'introduzione più tarda e appartengono al secolo di cui parliamo: - i verbi extraho, extractum, - strech'd, exert, to screw, ecc., sono di antichissima introduzione, e divenuti di suono sassone e settentrionale.
      Questa lingua barbara derivata dalla romana e chiamata allora ed anch'oggi romanza, ed esistente vivissima in alcuni paesi, aveva sotto il lungo dominio de' Romani, e le perpetue colonie militari, abolite, se non estinte, le diverse lingue nazionali de' popoli, - come la lingua inglese d'oggi ha fatto e farà sempre più dimenticare i dialetti parlati dagli antenati nella Scozia, nell'Irlanda e nel paese di Galles: - e come avviene nell'inglese parlato oggi dagli Scozzesi e Irlandesi. Ma la lingua romana, adattandosi agli organi de' popoli di differenti climi e d'abitudini e lingue diverse, la lingua romanza, quantunque in sostanza la stessa lingua, divenne modificazione apparentemente diversa in ogni provincia d'Europa.
      Di questi dialetti rimangono documenti scarsissimi, perchè la lingua letteraria continuava ad essere pur sempre la latina, barbaramente scritta, e nella quale si pubblicavano le leggi, i decreti, gl'istrumenti legali; e quel poco che i maestri potevano insegnare lo dettavano in latino, - primamente perchè, fintanto che i Romani dominarono, vollero che nelle faccende pubbliche la loro lingua fosse anche intesa da tutti i loro sudditi; - in seguito perchè nell'invasione de' barbari il clero rimase erede degli avanzi della giurisprudenza, della legislazione, e della lingua latina, e nessuno sapea scrivere fuorchè il clero; e finalmente perchè i popoli settentrionali generalmente doveano servirsi d'una lingua nella quale le leggi erano scritte, e che se non intesa dal popolo, era pure interpretata da' legali e da' maestri delle scuole, da' preti, da' monaci e da' vescovi, che in quasi tutta l'Europa d'allora ottenevano una grande preponderanza.


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Sulla lingua italiana
Discorsi sei
di Ugo Foscolo
Istituto Editoriale Italiano
1914 pagine 176

   





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