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      Questi due grandi uomini, e il Villani loro contemporaneo, ed altri storici, e poscia il Boccaccio contribuirono grandemente alla diffusione e popolarità del dialetto toscano in Italia, e al fondamento della lingua letteraria italiana. Ma, anche senza questi grandi scrittori, il dialetto toscano aveva acquistato da sè qualità che lo rendevano migliore di tutti gli altri dialetti italiani. Aveva, come si è detto, più numero di parole latine ed indigene, per così dire, all'Italia e più confacentisi a una lingua letteraria; aveva col numero dei vocaboli conservata più rotondità di pronunzia. Avevano i Toscani, e l'hanno tuttavia i Fiorentini, i Pistojesi e Sanesi fra gli altri, una corretta modulazione naturale di suoni nell'esprimere le parole. La repubblica di Firenze era democratica: il genere umano in tutti i paesi è destinato a essere strascinato per le sue lunghissime orecchie; ma ne' paesi liberi e dove il popolo fa leggi, i suoi conduttori devono essere eloquenti. - E col parlare continuo in pubblico, gli uomini creati dalla natura per essere eloquenti diventano oratori, ed arricchiscono e perfezionano la loro lingua. Finalmente, per un singolare concorso di circostanze, ogni padre di famiglia in Firenze teneva un registro domestico di quanto accadeva nella sua casa: e siccome dal più ricco al più povero tutti si credevano membri non solo della foro famiglia, ma anche della repubblica, tutti ne' loro diari mescevano le faccende pubbliche; cosicchè, esercitandosi a parlare in pubblico e scrivere di cose importanti, la lingua acquistava perfezione, esattezza, e colore.


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Sulla lingua italiana
Discorsi sei
di Ugo Foscolo
Istituto Editoriale Italiano
1914 pagine 176

   





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