Ma le pronunzie dissimili de' varj popoli le quali si divisero il romano rustico in dialetti infiniti, e che poi dagli scrittori furono ridotti in più lingue letterarie, fecero sì che ogni parola, benchè derivante dalla medesima origine, non potesse allora essere intesa, fuorchè nel luogo dove ogni dialetto diverso era parlato dal popolo. Quindi le parole medesime che nei libri scritti in latino ecclesiastico e curiale giunsero fino a noi perpetuamente immutabili, erano nel latino rustico e ne' suoi mille dialetti romanzi modificate e moltiplicate nelle varie pronunzie popolari di generazione in generazione; e furono tramandate a noi così travisate che, quand'anche serbano il loro preciso antico significato, non possono raffigurarsi come modificazione di una sola parola, se non da chi sa molte lingue viventi. Infatti un uomo letterato tedesco, che sapesse tutte le lingue antiche e nessuna moderna, potrebbe egli intendere che il prevete de' Grigioni, il prete degl'Italiani, il prêtre de' Francesi, e il priest degl'Inglesi sono pure tutte derivazioni direttissime, e serbano l'esatto significato del vocabolo presbyter? Ed oggi pur fra l'Italia e la Svizzera, dove alcuni alpigiani parlano un italiano antichissimo, ed altri un dialetto romanzo forse più antico, i pastori di due valli vicine difficilmente s'intendono fra loro senza un interprete.
Vero è che in tutti i tempi in ogni parte della terra le città e le provincie riunite sotto le medesime leggi, o costituite da naturali confini e dal clima in una sola regione, benchè parlino dialetti differentissimi, si formano sempre una lingua comune, composta di quelle parole che, appartenendo a tutti i dialetti di quella contrada, riescono più o meno intelligibili a tutti i suoi abitatori.
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