Finalmente il sic, (così), perdendo anch'esso una lettera, diventò sì, e si perpetuò come voce esclusiva di affermazione de' Siciliani e degl'Italiani: quindi venne il nome alla provincia della Linguadoca; e il verso di Dante:
Del bel paese là dove 'l sì suona
allude all'Italia.
La più celebre delle tre nuove lingue, e che fino dal secolo X era stata la prima a rallegrare di poesia e d'armonia le triste città dell'Europa, e a rammollire i duri costumi e le truci passioni di quella età, celebrando
Le Donne, i Cavalier, gli affanni e gli agiChe ne invogliava Amore e cortesia,
è lingua oggi affatto perduta; e non che essere intesa, non è quasi più ricordata da' popoli, fra' quali i monarchi e i condottieri d'eserciti de' loro antenati la studiavano e la scrivevano come necessaria a' loro piaceri e alla loro gloria. Invece, la lingua d'oui e quella del sì, che le cedevano allora la preminenza, illustrarono la Francia e l'Italia; e non periranno, se non quando nuove rivoluzioni, nuove religioni, nuove invasioni di nazioni settentrionali o transatlantiche ricondurranno un altro medio evo in Europa, e l'empiranno di nuove lingue. Già sin dall'epoca che ora consideriamo, i Francesi e gl'Italiani contendevano fra loro per la superiorità della propria lor lingua, benchè fossero allora sorgenti; - e gli uni e gli altri si univano ad esaltarla sopra quella dell'oc, che nondimeno continuava ad avere poeti, e mantenere i suoi diritti di primogenita.
I Francesi allegavano ch'essi furono i primi a tradurre in lingua d'oui le storie de' Troiani e de' Romani e la Bibbia, e ad inventare le maravigliose favole del re Artù e de' suoi cavalieri, e molte altre narrazioni e dottrine.
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