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      La galanteria cavalleresca esaltava il cuore delle donne, destava le loro grazie e raffinava la loro educazione. Talune emulavano d'ingegno i loro amanti, ed una di esse li superò. Nina siciliana era la Saffo d'Italia, e non infelice, perchè le sue poesie forzavano ad amarla anche i cavalieri che non l'avevano mai veduta; ma non pare che ella per amore volesse concedere altro che canzonette. - Tuttavia le poesie migliori del dialetto siciliano, e men lontane dall'italiano de' nostri tempi, appartengono a Pietro delle Vigne nato a Capua, e che pareva uno di quegli uomini creati dalla natura per illustrare ogni lingua, ogni scienza a cui si applicano, e ad onorare qualunque epoca e tempo in cui vivono. I suoi scritti latini, malgrado l'ineleganza della lingua, hanno l'evidenza, il fuoco e la profondità di stile che appartiene sempre esclusivamente al genio. La sua eloquenza riesciva a persuadere alla fedeltà le città intere, che sovente, incitate da' missionari e dalle omelie de' papi, correvano a furia di popolo per rovesciare il trono dell'imperatore; - e Federigo confessava che, mentre i suoi vasti dominj, la possanza e la fede degli amici suoi, il denaro e gli eserciti gli riescivano inefficaci, la sola penna di Pietro delle Vigne era bastante a difenderlo contro i papi. - Pietro si educò da giovinetto nella università di Bologna, accattando limosine ogni notte su per le vie per potere studiare; nè egli s'affliggeva di sì misera condizione, se non perchè ei non poteva ancor liberare la sua madre dal pericolo di morir d'inedia.


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Sulla lingua italiana
Discorsi sei
di Ugo Foscolo
Istituto Editoriale Italiano
1914 pagine 176

   





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