E non credono poca lode nazionale il poter dimostrare, nelle poesie attribuite a Guido d'Arezzo, un modello di lingua letteraria perfetta sei secoli fa, quando le altre nazioni d'Europa non sapevano scrivere. E i letterati stranieri spesse volte, per vanità d'erudizione di cose che destano maraviglia, si fanno complici di siffatte pie imposture, e citano manoscritti simili a quelli di Guido, senza o potere, o voler dubitare della loro autenticità.
Il terzo Guido fu uno degli antenati della famiglia Ghisilieri, la quale ha posteri viventi oggi in Bologna; e benchè il poco che ne resta di lui non sia di un merito straordinario, egli era da' suoi contemporanei citato come superiore a quanti poeti lo avevano preceduto.
Ma l'uomo che dalla natura fu creato superiore a' suoi contemporanei, e che in tutti i secoli e in tutte le età sarebbe stato uomo preminente, fu un quarto Guido, il Cavalcanti. Siccome però egli fiorì alquanto posteriormente, così ci riserbiamo a parlarne nel seguente Discorso.
DISCORSO TERZO
EPOCA TERZADALL'ANNO 1280 AL 1330
Qui cessa del tutto ogni predominio di dialetto provenzale, lombardo e siciliano, e vi prevale bella di originalità e di vigore la letteratura e la lingua, che, diffondendosi a un tratto da tutta l'Italia, rinnovellò la civiltà del genere umano europeo. Questa età andrebbe propriamente chiamata de' Poeti Toscani, quantunque pur molti fossero d'altre provincie; nè forse un giusto volume basterebbe a parlare debitamente di tutti. Se non che, oltre alla ragione de' nostri limiti, il nostro proposito dichiarato sin dal primo di questi Discorsi impone a noi di non nominare, se non que' pochissimi che come luminosi pianeti sono stati preceduti da minori satelliti.
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