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      I due compagni ch'ebbe in quella impresa furono Brunetto Latini suo precettore, e Guido Cavalcanti suo primo amico, com'ei sempre lo nomina; e l'antepone nel merito a tutti i suoi contemporanei. Da Brunetto Latini Dante e gli altri Fiorentini desunsero la prima educazione letteraria. Vero è che Brunetto, per le ragioni già da noi assegnate, scrisse le opere sue maggiori in Francese; e a ciò fors'anche contribuì l'aver egli vissuto in Francia molta parte dell'età sua, bandito da una delle fazioni politiche di Firenze. Parimente anche quel poco ch'ei scrisse di poesia italiana merita appena d'essere ricordato. Ma l'arte e l'abitudine di esprimere chiaramente le idee, ed ordinarle logicamente e con la proporzione richiesta dalla composizione; e il secreto ancora più difficile di connettere le parole con armonia ed eleganza, e supplire alla povertà della lingua nobilitando i vocaboli e le frasi del popolo, furono insegnati alla gioventù fiorentina da Brunetto Latini. Fu anche secretario della Repubblica, appunto per l'abilità sua di scrivere, e gli storici lo chiamano comunemente IL BUON DETTATORE. Morì verso il 1295, quando Dante aveva già compiuto la Vita Nuova; e gliela mandò co' versi seguenti:
     
      Messer Brunetto, questa pulzellettaCon esso voi si vien la pasqua a fare;
      Non intendete pasqua da mangiare,
      Ch'ella non mangia, anzi vuol esser letta.
     
      La sua sentenza non richiede fretta,
      Nè luogo di romor, nè da giullare;
      Anzi si vuol più volte lusingare,
      Prima che in intelletto altrui si metta.


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Sulla lingua italiana
Discorsi sei
di Ugo Foscolo
Istituto Editoriale Italiano
1914 pagine 176

   





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