- Tu scrivi come un non so chi Pietro di Siena, celebre per religione, ed anche per miracoli, predisse a noi due molte sorti future; e per fede della veritą ti mandņ a significare alcune cose passate che tu ed io abbiamo tenute secrete ad ogni uomo; ed egli, che non ci ha mai conosciuti, nč fu mai conosciuto da noi, pur le sapeva, come s'ei ci avesse veduto nell'anima. Gran cosa č questa, purchč sia vera. Ma l'arte di adonestare le imposture col velo della religione e della santimonia, č frequentissima e antica. Coloro che l'usano esplorano l'etą, l'aspetto, gli occhi, i costumi dell'uomo; le sue giornaliere consuetudini, gli studj, i moti, lo stare, il sedere, la voce, il discorso, e pił ch'altro le intenzioni e gli affetti; e derivano vaticinj ascritti ad inspirazione divina. Or s'ei morendo ti predisse la morte, anche Ettore in altri tempi la predisse morendo ad Achille; e l'Orode virgiliano a Mesenzio; e il Cheramene di Cicerone ad Erizia; e Calano ad Alessandro; e Possidonio, l'illustre filosofo, morendo nominņ sei de' suoi coetanei presti a seguirlo sotterra, e chi morrebbe prima e chi dopo. Non importa il disputare per ora intorno alla veritą ed all'origine di simili profezie; nč a te, quando pur anche codesto tuo spaventatore (terrificator hic tuus) ti pronosticasse il vero, importa l'affliggerti. - Che? se costui non tel mandava a far sapere, avresti tu forse ignorato che non t'avanza molto spazio di vita? e s'anche tu fossi giovane, la morte non guarda ad etą.» Ma nč questo, nč tutti gli altri argomenti della lettera del Petrarca, che č lunghissima, nč l'eloquenza con la quale egli congiunge i conforti della religione cristiana alla civile filosofia degli antichi, hanno potuto liberare l'amico suo da' terrori superstiziosi.
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