Inoltre proseguiremo sino all'epoca di Torquato Tasso e Galileo e Fra Paolo Sarpi. Dopo il Tasso la poesia italiana perdč il suo splendore, e non lo riebbe se non verso la fine del secolo XVIII. Galileo fu il ristoratore della filosofia e il precursore di Newton; e niuno pił sorse in Italia che gli fosse maggiore, nč eguale. Fra Paolo fu il pił coraggioso e insieme il pił fortunato campione della libertą delle chiese cristiane, e della indipendenza de' principi contro le tiranniche usurpazioni dell'autoritą temporale de' papi. Tutti e tre furono nel loro genere grandi scrittori, trattando soggetti al tutto diversi fra loro; onde promossero a nuovi e grandi progressi la lingua italiana, le vicissitudini della quale formano il principale soggetto delle nostre ricerche.
Nč la lingua nč la letteratura italiana hanno molto da gloriarsi o da insegnare nell'etą che successe a questi tre grandi uomini. Lo stesso si potrebbe dire di gran parte del secolo decimottavo, purchč si eccettuino le gigantesche imprese degli antiquarj e degli autori di critica storica, tra' quali il Muratori tiene degnamente il primo luogo. Ma i loro libri servirono piuttosto alla solida erudizione che alla poesia, alla eloquenza e alla lingua. Lo stile pił caldo e la composizione meglio ordinata degli storici Inglesi, Francesi e Tedeschi hanno oggimai fatto conoscere all'Europa la sostanza di que' volumi laboriosissimi; e Sismondi, dopo Gibbon, se ne sono serviti in guisa da comporne storie degne di rinomanza, e consacrarle all'istruzione d'ogni lettore.
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