I Protestanti la derivarono dalla libertà d'interpretare gli oracoli dello Spirito Santo con l'ajuto dell'umana ragione; e i Cattolici non ammettevano interpretazioni, se non le ispirate alla Chiesa da Dio rappresentato da' papi. Quali delle due dottrine provvedesse meglio alla religione, non so: forse ogni religione troppo scandagliata dalla umana ragione cessa d'essere fede; e ogni fede inculcata senza il consentimento della ragione degenera in cieca superstizione. Ma quanto alla letteratura, la libertà di coscienza preparava in molti paesi la libertà civile, e di pensare e di scrivere; mentre in Italia l'obbedienza passiva alla religione accrebbe la politica tirannia, e l'avvilimento e la lunga servitù degli ingegni. La riforma de' Protestanti mirava principalmente a' dogmi; e la Cattolica unicamente alla disciplina: e però anche le opinioni intorno alla vita e a' costumi degli ecclesiastici furono represse, come tendenti a nuove eresie. Il Concilio di Trento vide che i popoli, incominciando in Germania a dolersi che i frati fossero bottegaj d'indulgenze, si ridussero a rinnegare il sacramento della confessione, il celibato degli ecclesiastici e il Papa. Adunque fu provveduto che, per qualunque allusione in vituperio del clero, i libri si registrassero nell'indice de' proibiti; e che il leggerli e il serbarli senza licenza di vescovi fosse peccato insieme e delitto da punirsi in virtù dell'anatema. Le leggi canoniche furono d'indi in poi interpretate e applicate da' tribunali civili, presieduti da' padri Inquisitori della regola di San Domenico; i quali inoltre, per consentimento de' governi italiani, furono investiti dell'autorità di esaminare, alterare, mutilare e sopprimere ogni libro antico o nuovo innanzi la stampa.
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