» - Quindi una lingua viva e crescente diventava morta, e gli uomini viventi e futuri dovevano concepire ogni idea, nominare ogni cosa, adoperare ogni vocabolo e frase, nè più nè meno, come gli uomini di generazioni sepolte da lunghissimo tempo.
Questo principio e i loro volumi di osservazioni sopra il Decamerone del Boccaccio furono quasi preparazione evangelica al Vocabolario della Crusca, e fondarono tutti i dogmi dell'Accademia. Vero è che poscia questa s'avvide talora degli errori che ne risultarono, e s'è studiata di ripararli. Ma perseverò a mantenere l'infallibilità, e l'applicazione delle dottrine; affettò la vigilanza del Santo Uffizio; e s'aiutò fin anche di magistrati e predicatori contro un letterato sanese che rinnegò le sue leggi(50). Da prima, a declinare l'invidia delle città toscane, gli Accademici tennero tre anni di consulte intorno al titolo del Vocabolario, e decretarono che si chiamasse della lingua toscana. Poscia, affinchè tutto l'onore si rimanesse ne' Fiorentini, v'aggiunsero: cavato dagli scrittori e uso della città di Firenze. Finalmente con politico temperamento lo nominarono: Vocabolario dell'Accademia della Crusca, senz'altro. Così fu stampato; e la prima volta senz'altre voci, se non se del Decamerone e di pochi scrittori contemporanei del Boccaccio; e comecchè sia stato poscia allargato con esempj da' secoli seguenti, rimane pur sempre Vocabolario di dialetto, ma non di lingua. Senzachè il nome d'italiana ostinatamente negato da quella Accademia alla lingua perpetuò le guerre civili di penna che mai non vennero a tregua; e bastasse: ma talvolta i nobili ingegni hanno parteggiato contro a nobili ingegni.
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