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      Come tornarono, quella famigliuola d'agricoltori ci allestì da colazione, dopo di che ci siamo avviati verso casa. Addio, addio. Avrei a narrarti delle altre cose; ma, a dirti il vero, ti scrivo svogliatamente. – Appunto: mi dimenticava di dirti che, ritornando, Odoardo accompagnò a passo a passo Teresa e le parlò lungamente quasi importunandola e con un'aria di volto autorevole. Da alcune poche parole che mi venne fatto d'intendere, sospetto ch'egli la torturasse per sapere a ogni patto di che abbiamo parlato. Onde tu vedi ch'io devo diradar le mie visite – almeno finch'ei si parta.
      Buona notte, Lorenzo. Serbati questa lettera: quando Odoardo si porterà seco la felicità, ed io non vedrò più Teresa, né più scherzerà su queste ginocchia la sua ingenua sorellina, in que' giorni di noja ne' quali ci è caro perfino il dolore, rileggeremo queste memorie sdrajati su l'erba che guarda la solitudine d'Arquà, nell'ora che il dì va mancando. La rimembranza che Teresa fu nostra amica rasciugherà il nostro pianto. Facciamo tesoro di sentimenti cari e soavi i quali ci ridestino per tutti gli anni, che ancora tristi e perseguitati ci avanzano, la memoria che non siamo sempre vissuti nel dolore.
      22 Novembre
      Tre giorni, e Odoardo, a dir molto – non sarà qui. Il padre di Teresa lo accompagnerà sino a' confini. S'era lasciato intendere che m'avrebbe pregato di far seco questa breve corsa; ma io ne l'ho ringraziato, perché voglio assolutamente partire: andrò a Padova. Non devo abusare dell'amicizia del signore T*** e della sua buona fede.


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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