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      L'amore in un'anima esulcerata, e dove le altre passioni sono disperate, riesce onnipotente – e io lo provo; ma che riesca funesto, t'inganni: senza Teresa, io sarei forse oggi sotterra.
      La Natura crea di propria autorità tali ingegni da non poter essere se non generosi; venti anni addietro sì fatti ingegni si rimanevano inerti ed assiderati nel sopore universale d'Italia: ma i tempi d'oggi hanno ridestato in essi le virili e natie loro passioni; ed hanno acquistato tal tempra, che spezzarli puoi, piegarli non mai. E non è sentenza metafisia questa: la è verità che splende nella vita di molti antichi mortali gloriosamente infelici: verità di cui mi sono accertato convivendo fra molti nostri concittadini: e li compiango insieme e gli ammiro; da che, se Dio non ha pietà dell'Italia, dovranno chiudere nel loro secreto il desiderio di patria – funestissimo! perché o strugge, o addolora tutta la vita; e nondimeno anziché abbandonarlo, avranno cari i pericoli, e quell'angoscia, e la morte. Ed io mi sono uno di questi; e tu, mio Lorenzo.
      Ma s'io scrivessi intorno a quello ch'io vidi, e so delle cose nostre, farei cosa superflua e crudele ridestando in voi tutti il furore che vorrei pur sopire dentro di me: piango, credimi, la patria – la piango secretamente, e desidero,
      Che le lagrime mie si spargan sole.5
      Un'altra specie d'amatori d'Italia si quereli ad altissima voce a sua posta. Esclamano d'essere stati venduti e traditi: ma se si fossero armati sarebbero stati vinti forse, non mai traditi; e se si fossero difesi sino all'ultimo sangue, né i vincitori avrebbero potuto venderli, né i vinti si sarebbero attentati di comperarli.


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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