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      – Ahi lampo! tu rompi le tenebre, splendi, passi ed accresci il terrore e l'oscurità.
      25 MaggioTi ringrazio, eterno Iddio, ti ringrazio! Tu hai dunque ritirato il tuo sospiro, e Lauretta ha lasciato alla terra le sue infelicità: tu ascolti i gemiti che partono dalle viscere dell'anima, e mandi la Morte per isciogliere dalle catene della vita le tue creature perseguitate ed afflitte. Mia cara amica! il tuo sepolcro beva almeno queste lagrime, sole esequie ch'io posso offerirti: le zolle che ti nascondono sieno coperte di fresca erba, e dalle benedizioni di tua madre e dalla mia. Tu vivendo speravi da me qualche conforto; eppure! non ho potuto nemmeno prestarti gli ultimi ufficj; ma – ci rivedremo – sì.
      Quand'io, caro Lorenzo, mi ricordava di quella povera innocente, certi presentimenti mi gridavano dentro l'anima: È morta. Pure se tu non me ne avessi scritto, io certo non lo avrei saputo mai; perché, e chi si cura della virtù quand'è ravvolta nella povertà? Spesso mi sono accinto a scriverle. M'è caduta la penna, e ho bagnato la carta di lagrime: temeva non mi raccontasse de' nuovi martirj, e mi destasse nel cuore una corda la cui vibrazione non sarebbe cessata sì tosto. Pur troppo! noi sfuggiamo d'intendere i mali de' nostri amici; le loro miserie ci sono gravi, e il nostro orgoglio sdegna di porgere il conforto delle parole, sì caro agli infelici, quando non si può unire un soccorso vero e reale. Ma – fors'ella e sua madre mi annoveravano fra la turba di coloro che ubbriacati dalla prosperità abbandonano gli sventurati.


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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