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      Ch'io pianga per tutta un'eternità; ma che il cielo, o Teresa, non voglia che tu sia lungamente per mia cagione infelice! – Ma intanto io ti ho perduta, e tu mi t'involi, tu stessa. Ah se tu mi amassi com'io t'amo!
      Eppure, o Lorenzo, in sì fieri dubbj, e in tanti tormenti, ogni qual volta io domando consiglio alla mia ragione, mi riconforta dicendomi: Tu non se' immortale. Or via, soffriamo dunque; e sino agli estremi – uscirò, uscirò dall'inferno della vita; e basto io solo: a questa idea rido e della fortuna, e degli uomini, e quasi della onnipotenza di Dio.
      28 MaggioSpesso io mi figuro tutto il mondo a soqquadro, e il Cielo, e il Sole, e l'Oceano, e tutti i globi nelle fiamme e nel nulla; ma se anche in mezzo alla universale rovina io potessi stringere un'altra volta Teresa – un'altra volta soltanto fra queste braccia, io invocherei la distruzione del creato.
      29 Maggio, all'albaO illusione! perché quando ne' miei sogni quest'anima è un paradiso, e Teresa è al mio fianco, e mi sento sospirar su la bocca, e – perché mi trovo poi un vuoto, un vuoto di tomba? Almen que' beati momenti non fossero mai venuti, o non fossero fuggiti mai! – questa notte io cercava brancicando quella mano che me l'ha strappata dal seno: mi parea d'intendere da lontano un suo gemito; ma le coltri molli di pianto, i miei capelli sudati, il mio petto ansante, la fitta e muta oscurità – tutto tutto mi gridava: Misero, tu deliri! Spaventato e languente mi sono buttato boccone sul letto abbracciando il guanciale, e cercando di tormentarmi nuovamente e d'illudermi.


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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