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      Spesso fu veduto da' contadini cavalcare a briglia sciolta per luoghi scoscesi, e in mezzo alle fratte e a traverso de' fossi, ed è maraviglia com'ei non sia pericolato. Una mattina il pittore stando a ritrarre la prospettiva de' monti, udì la sua voce fra il bosco: gli si accostò di soppiatto, e intese ch'ei declamava una scena del Saule. Allora gli riuscì di disegnare il ritratto dell'Ortis, che sta in fronte a questa edizione, appunto quand'ei si soffermava pensoso dopo avere proferito que' versi dell'atto I, scena I.
      PrecipitosoGià mi sarei fra gl'inimici ferri
      Scagliato io da gran tempo; avrei già troncaCosì la vita orribile ch'io vivo.
      Poi lo vide arrampicarsi sino alla cima della montagna, guardare all'ingiù risolutamente con le braccia aperte, e tutto ad un tratto arretrarsi esclamando: O madre mia!
      Una domenica rimase a desinare in casa T***. Pregò Teresa perché suonasse, e le porse l'arpa egli stesso. Mentr'ella incominciava, entrò suo padre e le s'assise da canto. Jacopo pareva inondato da una dolce mestizia e il suo aspetto si andava rianimando; ma a poco a poco chinò la testa, e ricadde in una malinconia più compassionevole di prima. Teresa lo sogguardava e sforzavasi di reprimere il pianto: Jacopo se n'avvide, né potendosi contenere, s'alzò e partì. Il padre intenerito si voltò a Teresa dicendole: O figlia mia, tu vuoi dunque precipitare teco noi tutti? A queste parole le sgorgarono d'improvviso le lagrime; si gittò fra le braccia di suo padre, e gli confessò. In questa entrava Odoardo; e la subita partenza di Jacopo, e l'atteggiamento di Teresa, e il turbamento del signore T*** lo raffermarono ne' suoi dubbj.


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
pagine 175

   





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