Ore 2
Il Cielo è tempestoso: le stelle rare e pallide; e la Luna mezza sepolta fra le nuvole batte con raggi lividi le mie finestre.
All'albaLorenzo, non odi? t'invoca l'amico tuo: qual sonno! spunta un raggio di giorno e forse per rinsanguinare i miei mali. – Dio non mi ode. Mi condanna anzi ad ogni minuto all'agonia della morte; e mi costringe a maledire i miei giorni che pur non sono macchiati di alcun delitto.
Che? se tu se' un Dio forte, prepotente, geloso, che rivedi le iniquità de' padri ne' figli, e che visiti nel tuo furore la terza e la quarta generazione10, dovrò io sperar di placarti? Manda in me – bensì non in altri che in me – l'ira tua, la quale raccende nell'inferno le fiamme che dovranno ardere milioni e milioni di popoli a' quali non ti se' fatto conoscere. – Ma Teresa è innocente: e anziché stimarti crudele, t'adora con serenità soavissima d'animo. Io non t'adoro, appunto perché ti pavento – e sento pure che ho bisogno di te. Spogliati, deh! spogliati degli attributi di cui gli uomini t'hanno vestito per farti simile a loro11. Non se' tu forse il Consolatore degli afflitti? E il tuo Figlio Divino non si chiamava egli il Figlio dell'Uomo? Odimi dunque. Questo cuore ti sente, ma non t'offendere del gemito a cui la Natura costringe le viscere dilaniate dell'uomo. E mormoro contro di te, e piango, e t'invoco, sperando di liberare l'anima mia – di liberarla? ma e come, se non è piena di te? se non ti ha implorato nella prosperità, e solo rifugge al tuo ajuto, e domanda il tuo braccio or quando è atterrata nella miseria? se ti teme, e non ha in te veruna speranza?
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