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      Anche le persone di ottimo cuore si stancano di fare del bene; sono tanti i tapini! Io non lo so – ma il tale – il tale (e i nomi di questi uomini ch'io scopriva così ipocriti mi erano, Lorenzo, tante coltellate nel cuore) chi mi ha fatto aspettare assai volte vanamente alla sua porta; chi dopo sviscerate promesse, mi fe' camminare molte miglia sino al suo casino di diporto, per farmi la limosina di poche lire: il più umano mi gittò un tozzo di pane senza volermi vedere; e il più magnifico mi fece così sdruscito passare fra un corteggio di famigli e di convitati, e dopo d'avermi rammemorata la scaduta prosperità della mia famiglia, e inculcatomi lo studio e la probità, mi disse amichevolmente che non mi rincrescesse di ritornare domattina per tempo. Tornatomi, ritrovai nell'anticamera tre servidori, uno de' quali mi disse che il padrone dormiva; e mi pose nelle mani due scudi e una camicia. Ah signore! non so se voi siete ricco; ma il vostro aspetto, e que' sospiri mi dicono che voi siete sventurato e pietoso. Credetemi; io vidi per prova che il danaro fa parere benefico anche l'usurajo, e che l'uomo splendido di rado si degna di locare il suo beneficio fra' cenci. – Io taceva; ed ei rizzandosi per accommiatarsi riprese a dire: I libri m'insegnavano ad amare gli uomini e la virtù; ma i libri, gli uomini e la virtù mi hanno tradito. Ho dotta la testa; sdegnato il cuore; e le braccia inette ad ogni utile mestiere. Se mio padre udisse dalla terra ove sta seppellito con che gemito grave io lo accuso di non avere fatti i suoi cinque figliuoli legnajuoli o sartori!


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Ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo
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Lorenzo