Ah se tu non fossi padre e marito, io ti darei forse un consiglio! – e senza dirgli parola, l'ho abbracciato; e mentre partivano, io li guardava, stretto d'un crepacuore mortale.
19Jer sera spogliandomi io pensava: Perché mai quell'uomo emigrò dalla sua patria? perché s'ammogliò? perché mai lasciò un pane sicuro? e tutta la storia di lui pareva il romanzo di un pazzo; ed io sillogizzava cercando ciò ch'egli per non strascinarmi dietro tutte quelle sciagure, avrebbe potuto fare, o non fare. Ma siccome ho più volte udito infruttuosamente ripetere sì fatti perché, ed ho veduto che tutti fanno da medici nelle altrui malattie – io sono andato a dormire borbottando: O mortali che giudicate inconsiderato tutto quello che non è prospero, mettetevi una mano sul petto e poi confessate – siete più savj, o più fortunati?
Or credi tu vero tutto ciò ch'ei narrava? – Io? Credo ch'egli era mezzo nudo, ed io vestito; ho veduto una moglie languente; ho udito le strida di una bambina. Mio Lorenzo, si vanno pure cercando con la lanterna nuove ragioni contro del povero perché si sente nella coscienza il diritto che la Natura gli ha dato su le sostanze del ricco. – Eh! le sciagure non derivano per lo più che da' vizj; e in costui forse derivarono da un delitto. – Forse? per me non lo so, né lo indago. Io giudice, condannerei tutti i delinquenti; ma io uomo, ah! penso al ribrezzo col quale nasce la prima idea del delitto; alla fame e alle passioni che strascinano a consumarlo; agli spasimi perpetui; al rimorso con che l'uomo si sfama del frutto insanguinato dalla colpa, alle carceri che il reo si mira sempre spalancate per seppellirlo – e se poi scampando dalla giustizia, ne paga il fio col disonore e con l'indigenza, dovrò io abbandonarlo alla disperazione ed a nuovi delitti?
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Jer Lorenzo Natura
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