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Cercai quasi con religione tutti i vestigi dell'amico mio nelle sue ore supreme, e con pari religione io scrivo quelle cose che ho potuto sapere: però non ti dico, o Lettore, se non ciò ch'io vidi, o ciò che mi fu, da chi il vide, narrato. – Per quanto io m'abbia indagato, non seppi che abbia egli fatto ne' dì 16, 17, 18 Marzo. Fu più volte a casa T***; ma non vi si fernò mai. Usciva tutti que' dì quasi innanzi giorno, e si ritirava assai tardi: cenava senza dire parola: e Michele mi accerta, che avea notti assai riposate.
La lettera che siegue non ha data, ma fu scritta addì 19.
Parmi? o Teresa mi sfugge? – essa essa mi sfugge! Tutti – e le sta sempre al fianco Odoardo. Vorrei vederla solo una volta; e sappi ch'io mi sarei già partito – tu pure m'affretti ognor più! – ma sarei partito, se avessi potuto bagnarle una volta la mano di lagrime. Gran silenzio in tutta quella famiglia! Salendo le scale temo d'incontrare Odoardo – parlandomi, non mi nomina mai Teresa. Ed è pur poco discreto! sempre, anche dianzi, m'interroga quando e come partirò. Mi sono arretrato improvvisamente da lui – perché davvero mi parea ch'ei sogghignasse; e l'ho fuggito fremendo.
Torna a spaventarmi quella terribile verità ch'io già svelava con raccapriccio – e che mi sono poscia assuefatto a meditare con rassegnazione: Tutti siamo nemici. Se tu potessi fare il processo de' pensieri di chiunque ti si para davanti, vedresti ch'ei ruota a cerchio una spada per allontanare tutti dal proprio bene, e per rapire l'altrui.
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