” L'osservazione dei malati trattati dava una risposta a siffatto interrogativo: “Tutte le cose dimenticate avevano avuto, per un qualche motivo, un carattere penoso per il soggetto, in quanto erano state considerate temibili, dolorose, vergognose per le aspirazioni della sua personalità”. E “per rendere di nuovo cosciente ciò che era stato dimenticato, era necessario vincere nel paziente una resistenza mediante una continua opera di esortazione e di incoraggiamento”. Più tardi, Freud si accorgerà che tale resistenza dovrà essere vinta diversamente (attraverso la tecnica della “associazione libera”), ma intanto era sorta la teoria della rimozione. In ogni essere umano operano tendenze, forze o pulsioni che spesso entrano in conflitto.
La nevrosi si ha quando l'Io cosciente blocca l'impulso e ad esso nega l'accesso “alla coscienza e alla scarica diretta”: una resistenza “rimuove” l'impulso nella parte “inconscia” della psiche.
2. L'inconscio
Con la scoperta delle rimozioni patogene e di altri fenomeni di cui si parlerà fra poco, “la psicoanalisi (...) si vede costretta (...) a prendere sul serio il concetto dell'inconscio”. È l'inconscio che parla e si manifesta nella nevrosi. Ma c'è di più, giacché, per Freud, l'inconscio è lo “psichico” stesso e la sua realtà essenziale. In questo modo Freud rovesciava l'ormai inveterata e venerabile concezione che identificava “cosciente” e “psichico”. Ma sia la precedente pratica ipnotica, sia gli studi sull'isterismo, sia la successiva scoperta della rimozione, sia le indagini che Freud veniva compiendo sulla genesi dei disturbi psichici e delle altre manifestazioni “non ragionevoli” della vita delle persone lo convinsero sempre di più della realtà corposa e determinante dell'inconscio.
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