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      Spero che un giorno si farà strada l'idea che anche i neuropatologi possono, quando raccolgono l'anamnesi delle principali nevrosi, trovarsi di fronte a pregiudizi etiologici analoghi.
     
      Non vedo alcuna ragione per cercare di nascondere le lacune e i punti deboli della mia teoria. Secondo me, il punto principale della questione delle fobie è questo: le fobie non compaiono affatto se la vita sessuale è normale, cioè se non sussiste quella specifica condizione che è rappresentata da un perturbamento della vita sessuale, nel senso di una deviazione dallo psichico nel somatico. Per quanto vi possano essere molti altri punti oscuri nel meccanismo delle fobie, la mia teoria non potrà essere rigettata prima che mi si dimostri che vi sono fobie in casi in cui la vita sessuale è normale o, a fianco, vi sia un disturbo di natura non specifica.
     
      Alla base di tutti i casi di isteria vi sono uno o più casi di esperienze sessuali precoci, che risalgono ai primissimi anni dell'infanzia e che, pure, possono essere rievocate grazie al lavoro psicoanalitico, nonostante i decenni che sono trascorsi. Io penso che questa sia una scoperta importante, il ritrovamento di un caput Nili della neuropatologia.
     
      I sintomi isterici sono i derivati di ricordi che operano a livello inconscio.
     
      Non è vero che le domande poste [ai] pazienti e la conoscenza dei loro affari sessuali diano al medico un pericoloso potere su di essi. Nei tempi andati accadeva che la stessa obiezione fosse sollevata contro l'uso degli anestetici, i quali privano il paziente della coscienza e dell'esercizio della volontà lasciando decidere al dottore se e quando egli li riacquisterà. Eppure oggi gli anestetici sono diventati indispensabili perché sono, più di ogni altra cosa, di valido aiuto al medico nella sua opera, che, tra i numerosi altri gravi obblighi, vede anche quello della responsabilità del loro impiego.


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Aforismi e pensieri
di Sigmund Freud
pagine 120

   





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