Un medico può sempre far del danno se è incapace o senza scrupoli, e questo è ugualmente vero sia ove si tratti di dover indagare sulla vita sessuale del paziente sia ove si tratti di altre cose. Naturalmente, se qualcuno, dopo uno scrupoloso esame di coscienza, sente di non possedere il tatto, la serietà e la discrezione necessaria a esaminare dei pazienti nevrotici, e se si rende conto che rivelazioni di carattere sessuale potrebbero provocare in lui eccitazioni lascive più che interesse scientifico, allora farà bene a evitare l'argomento dell'etiologia delle nevrosi. Anzi, ci sembra giusto pretendere che egli si astenga dal prendere in cura pazienti affetti da malattie nervose.
Moltissime donne che trovano abbastanza gravoso il dovere di vivere nascondendo le proprie sensazioni sessuali, si sentono sollevate quando si rendono conto che il medico, trattando simili argomenti, mira soltanto alla loro guarigione, ed esse gli sono grate perché per una volta è stato loro consentito di assumere un atteggiamento normale riguardo alla sessualità.
In materia di sessualità oggi noi, uno per uno, siamo, malati o sani, nient'altro che degli ipocriti. Sarebbe un bene per tutti noi se, come risultato di tale onestà generale, venisse raggiunto un certo grado di tolleranza nelle cose sessuali.
In ogni caso di nevrosi c'è una etiologia sessuale; ma nella nevrastenia è una etiologia di tipo presente, mentre nelle psiconevrosi i fattori sono di natura infantile.
L'angoscia è sempre libido distolta dal suo [normale] impiego.
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