Pagina (28/120)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ciononostante il sogno finito ci colpisce come qualcosa di estraneo. Siamo così poco portati a riconoscere la nostra responsabilità, che diciamo altrettanto facilmente mir hat getraumt [“ho avuto un sogno”] che ich habe getraumt [“ho fatto un sogno”].
     
      I sogni [...] pensano prevalentemente con immagini visive, ma non esclusivamente; essi infatti fanno uso anche di immagini auditive e, in misura minore, delle impressioni degli altri sensi. Molte cose si manifestano nei sogni (proprio come fanno nella vita da svegli) semplicemente come pensieri o idee, probabilmente cioè in forma di residui di rappresentazioni verbali. Tuttavia, ciò che è veramente caratteristico nel contenuto dei sogni, sono quegli elementi che si comportano come immagini, cioè più simili a percezioni che a rappresentazioni della memoria. Tralasciando tutte le argomentazioni, così note agli psichiatri, sulla natura delle allucinazioni, concorderemo con tutte le opinioni autorevoli sull'argomento nell'affermare che i sogni allucinano, che sostituiscono le allucinazioni ai pensieri.
     
      Da lungo tempo è stata richiamata l'attenzione sull'affinità intima tra sogni e malattie mentali, che si rivela nell'ampia concordanza delle loro manifestazioni. Maury dice che il primo a rilevarla fu Cabanis e dopo di lui Lélut, J. Moreau e, in particolare, il filosofo Maine de Biran. Senza dubbio il confronto risale a tempi ancora più lontani; Radestock inizia il capitolo nel quale ne tratta con delle citazioni che stabiliscono un'analogia tra i sogni e la pazzia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Aforismi e pensieri
di Sigmund Freud
pagine 120

   





Cabanis Lélut Moreau Maine Biran Radestock