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      La formazione dei sogni [è] basata su un processo di condensazione.
     
      I sogni prendono in considerazione in generale la connessione che indubbiamente esiste tra tutte le parti dei pensieri del sogno, fondendo tutto il materiale in un'unica situazione o fatto. Essi riproducono la connessione logica mediante la simultaneità del tempo. E qui agiscono come il pittore che in un quadro della Scuola di Atene o del Parnaso rappresenta in un unico gruppo tutti i filosofi o tutti i poeti. È vero che in realtà non si sono mai riuniti tutti in un'unica sala o su una cima di montagna, ma certamente formano un gruppo concettualmente.
     
      L'altemativa “o-o” non può essere espressa nei sogni in alcun modo. [...] Se, nel raccontare un sogno, il narratore si sente portato a servirsi di un “o-o”, - per esempio, “era un giardino o un salotto” -, nei pensieri del sogno non c'era un'alternativa ma un “e”, una semplice aggiunta. Un “o-o” si usa soprattutto per descrivere un elemento del sogno che abbia un carattere vago, che comunque può essere risolto. In questi casi la regola per l'interpretazione è: considera diuguale valore le due apparenti alternative e collegale con un “e”.
     
      So per esperienza, alla quale non ho trovato eccezioni, che ogni sogno tratta del sognatore stesso. I sogni sono completamente egoistici. Ogni volta che il mio Io non appare nel contenuto del sogno, ma c'è solo qualche sconosciuto, posso ritenere con sicurezza che il mio Io si cela mediante l'identificazione con questa persona; posso inserire il mio Io nel contesto.


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Aforismi e pensieri
di Sigmund Freud
pagine 120

   





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