La storia della civiltà umana mostra, al di fuori d'ogni dubbio, che esiste un intimo rapporto tra la crudeltà e l'istinto sessuale.
Un sadico è sempre al tempo stesso un masochista, per quanto l'aspetto attivo o quello passivo della perversione possa essere in lui più decisamente sviluppato, al punto da rappresentare la sua attività sessuale predominante.
Si può dire che non ci sia nessun individuo sano che non aggiunga al normale scopo sessuale qualche elemento che si possa chiamare perverso; e la universalità di questo fatto basta per sé sola a farci comprendere quanto sia inappropriato l'uso della parola perversione come termine riprovativo.
Nella sfera della vita sessuale noi abbiamo visto ergersi una caratteristica e, in verità, insolubile difficoltà non appena si cerchi di tracciare una linea netta di distinzione tra le pure variazioni che rientrano nei limiti della fisiologia ed i sintomi patologici.
Se una perversione, invece di manifestarsi puramente a lato dello scopo e dell'oggetto sessuali normali, e solo quando le circostanze sono loro sfavorevoli e sono favorevoli per essa, tende a sostituirli completamente e prende il loro posto in tutte le circostanze - se, in breve, una perversione ha le caratteristiche della esclusività e della fissazione - allora, in generale, noi siamo giustificati a considerarla come un sintomo patologico.
Ciò che vi è di più alto e di più basso nella sfera della sessualità sono sempre intimamente legati fra loro: “dal cielo attraverso la terra, fino all'inferno”.
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