A dispetto di ogni interesse teoretico e di ogni sforzo di assistenza come medico, sono convinto che ci devono essere dei limiti al campo entro il quale ci si può servire dell'influenza psicologica, e considero di questi limiti la volontà e la comprensione stessa del paziente.
Mi sono accostato allo studio dei fenomeni rivelati dall'osservazione delle psiconevrosi senza essere impegnato con alcun particolare sistema psicologico, e [...] ho continuamente modificato le mie opinioni finché non mi sono sembrate adeguate a rendermi conto dell'insieme dei fatti che avevo osservato. Non mi vanto di avere evitato la speculazione: il materiale per le mie ipotesi è stato raccolto attraverso la più ampia e rigorosa serie di osservazioni. La risolutezza del mio atteggiamento sul problema dell'inconscio è forse ciò che potrebbe urtare maggiormente, perché io considero idee inconsce, pensieri inconsci, impulsi inconsci come dati psicologici non meno validi e incontestabili dei loro equivalenti consci: ma quanto a questo sono certo che chiunque si dedichi all'indagine dello stesso tipo di fenomeni applicando i miei stessi metodi, si troverà costretto ad assumere la stessa posizione, per quante rimostranze possano fare i filosofi.
La sessualità non si limita ad intervenire, come un deus ex machina, in una singola occasione, o ad un certo punto del processo che caratterizza l'isteria, ma [···] procura invece l'energia motrice di ogni sintomo distinto, di ogni distinta manifestazione del sintomo: i sintomi del disturbo non sono altro che l'attività sessuale del paziente.
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