Invece nei bambini possono coesistere pacificamente l'uno a fianco dell'altro per molto tempo.
Il medico si trova un passo avanti al malato. I due si inseguono lungo il medesimo sentiero, finché non si incontreranno alla meta prefissata.
L'analista si trova nella condizione, strana per un medico, di dover venire in aiuto della malattia richiamando su di essa l'attenzione che le è dovuta. Però solo chi travisa interamente la natura dell'analisi potrà ritenere che essa possa, per una simile ragione, risultare nociva. Costoro si soffermano troppo su questa fase, trascurando il fatto che non si può impiccare il ladro se prima non lo si è catturato, mentre occorre una certa fatica per afferrare saldamente le strutture patologiche il cui annientamento costituisce appunto lo scopo della terapia.
Quando l'analisi è ancora in via di sviluppo non è possibile farsi un'idea precisa della struttura e dell'andamento della nevrosi.
Nell'educazione dei figli il nostro scopo principale è quello di essere lasciati in pace e di non dover combattere con difficoltà. In poche parole, vogliamo tirar su un bambino modello e ci curiamo ben poco di vedere se questo genere di sviluppo sia anche giovevole al fanciullo.
Vi sono sempre molti individui che passano dalla classe delle persone sane a quella dei nevrotici, mentre molto meno numerosi sono coloro che compiono il percorso in senso inverso.
Fino ad oggi l'educazione ha avuto il compito esclusivo di controllare o, sarebbe meglio dire, di rimuovere gli istinti.
| |
|