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      La risposta sarebbe dovuta assomigliare al telegramma che Mark Twain mandò al giornale che per sbaglio ne aveva annunciato la morte: “Notizia del mio decesso fortemente esagerata”. Dopo ogni dichiarazione di morte la psicoanalisi ha acquistato nuovi aderenti e collaboratori, o si è creata nuovi organi. Comunque dichiararla morta costituisce un progresso nei confronti della congiura del silenzio.
     
      La psicoanalisi mette in evidenza solo l'aspetto peggiore di ogni singolo uomo.
     
      L'esperienza insegna che a rarissime persone è concesso di restare educate, e meno ancora oggettive, nella discussione scientifica, ed io ho sempre odiato le liti scientifiche.
     
      Le cose possono andare con gli psicoanalisti come con i malati durante l'analisi.
     
      La relatività della nostra conoscenza è un'obiezione che si può opporre tanto alla psicoanalisi quanto ad ogni altra scienza.
     
      Jung, con la sua “innovazione” della psicoanalisi, ha dato un esempio del famoso “coltello di Lichtenberg”. Ha cambiato il manico e vi ha introdotto una nuova lama; essendovi incisa la stessa marca, dovremmo prendere questo oggetto per quello di prima.
     
      Gli uomini sono forti fino a quando difendono una idea forte; divengono impotenti non appena le si oppongono.
     
      È bene ricordarci che tutte le nostre provvisorie concezioni psicologiche troveranno un giorno il loro fondamento in qualche infrastruttura organica.
     
      Certo che una bella dose di egoismo è una sorta di protezione contro la malattia, ma, in ultima analisi, per non rischiare di ammalarci noi dobbiamo cominciare ad amare, e siamo proprio destinati ad ammalarci se a causa di qualche frustrazione non ci è possibile amare.


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Aforismi e pensieri
di Sigmund Freud
pagine 120

   





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