È l'Huomo, scintilla durevole della Fiamma inesausta, che da un Nume, il qual tutto è Lume, a rischiarar l'Universo per nostro beneficio sempre divampa; È un riverbero di quell'inesausto Splendore, [3] che sempre ad illuminarci prosorge dall'Abisso degli splendori: È un riflesso di quel Serenissimo Volto, in cui si specchiano gli Angioli; Dunque non può mai scordarlo il nostro buon Dio, poiché sempre il rimira, e spande, Benefico Luminare, a' Popoli anche più opachi la fulgidezza abbondante de' raggi suoi.
Porta l'Ethiopo adusto la Notte in visto, per haver troppo in faccia il Sole, che mentre il ravviva, e 'l fomenta, l'abbrustolisce, & abbronza. Porta bene spesso il Fedel'oscuro la notte nell'Anima dalle tenebre della colpa caliginosa, o dall'ombre cadenti della Tribulatione formata, perché torcendo l'occhio interiore dal Sole Eterno, a queste fugaci Larve inconsideratamente, lo volge. Tal fia di lui, che tralasciando di esser Astronomo in prender la giusta misura del Cielo, si rivolta Geografo a compassare troppo avidamente la Terra.
Dunque il ritornar con la faccia dell'Anima a Dio, per rinovellar'in quella offuscata l'Impronto della Gratia, Foriera del Paradiso, è l'unico mezzo a dissipar le fuligini, che con Egittiana Tirannide tenebrosamente l'opprimono.
Ad un baleno di un raggio, che s'imprima nel nostro affetto, disperge il nostro amabilissimo Amore, purché dall'interno venga implorato, la nebbia folta, che alla nostra carne fangosa, dall'esalatione [4] del Senso, svapora.
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